MISERERE
Annaspo negli aborti dei pensieri
Riversati su carta annebbiata
Da una vista tremolante d’incertezze
Mentre inseguivo mere visioni,
architettando progetti di vite
trascinate da miriadi di correnti.
Ripenso nel ribollire insoddisfatto
A sviluppi di un sentire personale
Guidato da coerenza come vessillo.
Fluttuavo con ampie e rapide bracciate
Mi appigliavo a isolotti concettuali
Imitando atteggiamenti concilianti
Mirando a recuperare penitenti
Obiettivo una coscienza sotto l’ice-berg
Dell’emergente rovinosa indifferenza.
Unica mia compagna ora la speranza.
scritta oggi, 18 dicembre, 2011
Mia cara Lucia,
immaginifica, esplosiva, irruente la tua lirica… rompe i plastici schemi del passato e s’impone come un versificare assorto e violento… perdona l’ossimoro, come una sorta di provocazione dolce.
Ha carattere di denuncia, è permeata di rabbia, eppure si chiude con un inno alla speranza.
Come conchiglia rotoli tra le creste, tenendo rigorosamente chiusa l’anima nel ribollir dell’onde,
per poi schiuderti sulla battigia con sospiro lieve.
Bello l’uso di alcuni versi in rima… danno potere ai concetti espressi, li esaltano…
Sei davvero brava e poliedrica Amica mia.
Non smetti di stupire. Ti ringrazio e ti stringo forte.
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Cara Maria, hai letto nella profondità dell’animo. Mai, però, perdere la speranza, sperare è vivere. Sei un’amica attenta e sincera. Grazie
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