Madrid


Il treno si fermò. Si trovò, inaspettatamente, all’interno di una modernissima stazione gremita di gente dinamica, indaffarata ed elegante. Le più giovani vestivano all’ultima moda, meglio delle italiane. Le stazioni delle grandi città italiane,  Roma o Milano. impallidivano al confronto, con il loro lerciume e l’odore di ferraglia e di grasso di frittura dei bar.

   L’idea che aveva della Spagna era quella dei libri di geografia e delle cartoline. Donne misteriose e brune avvolte in mantiglie di pizzo e preziosi ventagli dipinti a mano a schermarne il volto. Invece trovava una nazione moderna che si era allineata rapidamente ai paesi europei più emancipati. La Spagna si stava giocando le sue carte con aggressività e spirito di innovazione. Un’altra smentita alle sue certezze di ragazza. Ma dov’era vissuta finora? In un finto castello, di quelli di carta, bello, prezioso eppure effimero, destinato a crollare a un solo alito di vento.

dal romanzo  “L’equilibrio imperfetto” di Lucia SallustioEstación-de-Atocha

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