Giornata mondiale del libro


 

Oggi è la Giornata mondiale del libro: l’importanza della lettura per le autrici di Women@work

 

Martedì 23 Aprile 2013 17:44 | Scritto da Francesca Cecchini | E-mail

 

Cultura e Società

Ricorre oggi la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore e in Italia, così come in tutto il mondo, molti gli eventi per festeggiare l’evento. La manifestazione è stata istituita dall’UNESCO nel 1996 con lo scopo di incoraggiare la lettura e sottolineare l’importante contributo che gli scrittori danno alla società con la pubblicazione di libri, nonché la difesa della “proprietà intellettuale attraverso il copyright”. Oltre che “del Libro”, la giornata viene chiamata anche “delle Rose”, in quanto coincide con la ricorrenza di San Giorgio, durante la quale, per tradizione, l’uomo regala una rosa alla sua donna. La scelta è caduta sul 23 aprile in quanto in tale data, nel 1616, morirono tre rilevanti scrittori dell’epoca: William Shakespeare, Miguel de Cervantes e Inca Garcilaso de la Vega. Abbiamo pensato di chiamare in causa le splendide autrici della WOMEN@WORK, considerando che la scrittura narrativa e l’arte della poesia sono le loro “armi quotidiane”, e chiedere loro “quanto è importante la lettura e quanto ha inciso, nella vita di ognuna di loro, l’amore per la scrittura”. Speriamo che le risposte ci aiutino, in un giorno tanto importante, a sensibilizzare i lettori sull’argomento e magari facciano venire voglia di passare un po’ di tempo in più a liberare i pensieri tra le righe di un buon libro. (continua)

COSTANZA BONDI (ideatrice, coordinatrice e curatrice del gruppo letterario): Sono nata con la penna in mano, almeno credo, nel senso che, da che io mi ricordi, ho sempre scritto qualcosa: diario, appunti, poesie, temi lunghissimi ai compiti in classe (anomalo, molto anomalo), finché non ne ho fatto una professione della scrittura, diventando copywriter nel lontano 1986. Passione che, peraltro, continuo a coltivare tuttora, conciliandola alla mia amata casalinghitudine: ho appunto creato un gruppo di autrici, più o meno professioniste della scrittura, con le quali abbiamo “partorito” davvero 15 figli stupendi! E non finisce qui…

VIVIANA PICCHIARELLI (“Tracce” – “Otto poetesse per otto poesie”, autrice di “Reale Virtuale” e curatrice di alcuni libri delle altre scrittrici): Chi mi conosce sa bene della mia passione, a tratti ossessivo compulsiva, per i libri. Se in Italia è considerato “forte” un lettore che legge quattro libri all’anno, io che viaggio a una media di 4/5 libri al mese, sono inclassificabile! Ironia a parte, non riesco a concepire la quotidianità senza ritagliarmi del tempo per leggere. Posso farlo in pausa pranzo, la mattina presto, la sera. Quello che conta è non far passare una sola giornata senza aver posato lo sguardo almeno su una pagina scritta, cartacea o digitale che sia. Sono sempre stata una divoratrice di libri, sin da bambina. Raggiunta una certa autonomia economica, poi, mi sono permessa il lusso di investire una parte abbastanza importante delle mie entrate nell’acquisto di libri e, per scongiurare il rischio di dimenticarmi trame e personaggi, ho aperto un sito dove recensire, a modo mio, le storie che leggo. Perché leggo così tanto? Perché la lettura è il mezzo migliore che abbiamo per crescere, conoscere e per riflettere. Per dedicarci a noi stessi, per sognare che altri modi di vivere siano possibili e, talvolta auspicabili. E, non ultimo, per imparare a scrivere e a raccontare storie. Io ci sto provando da un po’, con risultati, a detta di molti, più che buoni, ma voglio sottolineare che ciò non sarebbe stato possibile se, parafrasando la Allende, non avessi saccheggiato non solo le vite e le storie di chi mi sta intorno, ma anche quelle di coloro che animano le pagine dei libri. A mio avviso, non si può essere scrittori, anche minimamente decenti, se non si legge. Eppure, molti sedicenti tali, confessano candidamente di non farlo. Il punto è, però, che poi si vede. A cominciare dall’uso “improprio” della lingua, scritta e parlata. Sì, perché dovremmo tutti leggere per imparare non solo a scrivere, ma anche a parlare.

BARBARA BRACCI (“Otto poetesse per otto poesie”): La lettura è importante perché ci regala infiniti occhi sulle cose e ci offre la possibilità di vivere infinite storie, oltre la nostra. Credo che anche la scrittura sia un modo di leggere se stessi, prima ancora di raccontarsi agli altri. Per questo l’amore per la parola ha inciso moltissimo nella mia vita, anzi, potrei proprio arrivare a dire che la parola ha inciso la mia vita e continua a farlo, nel senso che ogni giorno la struttura, la disegna e la colora.

GIULIA BASILE (“Rendimi l’anima” – “Otto poetesse per otto poesie”): Molto, molto come lo sono le fondamenta per una casa. Quanto più solida e sicura, tanto più si potrà pensare al bello che la casa può contenere , e a sua volta, quanto più bella e ricca sarà tanto più agevolerà il benessere interiore e dunque la volontà di ritornare alle origini, alle fondamenta, cioè ad una sana e bella lettura, con maggiore capacità critica e maggiore efficace discernimento. Queste nuove fondamenta così impreziosite si rifletteranno poi nella buona scrittura in un iter continuo, mentre in parallelo scorre l’iter della tua vita personale e storica. È per questo motivo che si parla di maturità di un artista, altrimenti scritta un’opera potrebbe bastare per sempre. Non voglio farla lunga, ma era per dire che lettori e scrittori non si nasce, si diventa e l’essere grandi lettori dipende da noi, a seconda di quanto siamo più o meno aperti alla conoscenza e al mondo; essere grandi scrittori no perché il “riconoscimento” dipende dagli altri e dai canoni del tempo. Ma se attraverso la lettura e la vita, due vie parallele, ti sei arricchito di creatività e contenuti, tutto questo non puoi contenerlo, devi comunque farlo “uscire”, obbedendo ai fantasmi della tua fantasia per riuscire a generare luce dall’ombra, … a meno di morire, spiritualmente e fisicamente.

ALESSIA ROCCO (“Tracce”): la lettura ha allargato i miei orizzonti , la scrittura mi fa stare bene, perché faccio ciò che amo davvero.

LUCIA SALLUSTIO (“Otto poetesse per otto poesie”):  la lettura per me rappresenta la bussola in navigazione, echi che orientano nei flutti della vita. Echi che riaffiorano nel momento in cui scrivo e, affondando nelle tenebre del mio animo (core of darkness lo chiama Mrs. Ramsay nel romanzo “To the lighthouse” di Virginia Woolf) mi appianano la strada verso la creazione di personaggi, storie di vita, trame di racconti e romanzi. La scrittura significa molto per me, mi aiuta a razionalizzare il mio essere, a rapportarmi meglio con gli altri dopo che ho messo ordine nel mio IO. E il bello della scrittura viene quando mi permette di condividere idee, percorsi, emozioni con altri lettori e scrittori durante le presentazioni di autori e libri. Scrivere, in particolare, per me traduttrice è soppesare le parole, scegliere “le mot juste”, quella e quella soltanto che meglio si colloca in quel posto, meglio si confà a quel personaggio, sfrondando del superfluo, del luogo comune, dell’assurdo. E’ evidente come i vantaggi si ripercuotano immediatamente nella vita pubblica dello scrittore. Almeno così è stato per me. Ora, dopo aver letto i pensieri personali delle WOMEN@WORK ed aver percepito le emozioni che la domanda ha scatenato in loro, come si puiò non avere voglia di sfogliare le pagine di un libro e di immergersi in un po’ di sana lettura?

http://www.lagoccia.eu/cultura-e-societa/12477-oggi-e-la-giornata-mondiale-del-libro-limportanza-della-lettura-per-le-autrici-di-womenwork.html