GELSOMINI DI TANGERI

Danzo, scalza,
frenetica danza,
tra spine di mirto.
Di perle di sudore
la fronte brilla
E il collo rigido
Insegue il passo.
Tamburelli allegri
Incalzano il ritmo
Cellulari intorno
Fermano l’attimo.
Balla il pensiero
L’ansia dell’anima
E del momento
Coglie fragranza,
gelsomini di Tangeri
tra i capelli fradici.
di Lucia Sallustio


Requiem di archetti

A Gabriella
Non vibrerà il tuo violino
Nei teatri orfani di te
Nessuna dissonanza
Si leverà decisa dal coro
Quando non ti convincerà
L’umano agire del grande
Dal quale ti sottrai, critica.
Inseguivi armonie ideali
Ricevevi meschine smentite.
Risalivi decisa, ogni volta,
sfogando rabbie con l’archetto
estranea per quel tempo
Al mondo che fuori strideva.
Provavi e riprovavi all’infinito
Sinfonie ostili a piegarsi
Al tuo rigore professionale
Finché la casa non si riempiva
Di note celestiali evocatrici.
Suonano ancora gli archetti
dai muri della tua stanza
echi che riempiono le orecchie
sorde alla tua voce di ragazza.
di Lucia Sallustio