Un racconto fresco ed estivo al gusto delle pesche aromatizzate nel vino. Brindate con me!


PESCA SPOSA VINO.  É MATRIMONIO D’AMORE

“Liliana, te lo ripeto. Le pesche al vino sono cibo per cafoni.”

“Uffa, mamma. E che m’importa che faccio la cafona. Antonio, Mina, Titina le mangiano e i genitori sono contenti, dicono che il vino fa buon sangue, figurati il vino con le pesche. Qua dentro, invece, sono più le cose che non si possono fare.”

Finiva che mi venivano i nervi e non le mangiavo più. Mettevo il muso lungo e mia madre me lo spegneva subito con un bel ceffone di traverso, di quelli che con il contributo delle nocche fanno ancora più male e lasciano il segno sul volto per un po’.

Stasera ho un party. Mi piace questa parola, è così espressiva e rispondente al tipo di festa che amo organizzare: ricco buffet, tavole scenografiche e tanta gente per la casa. Cucinare e arredare sono tra le mie passioni che coltivo viaggiando e attingendo il meglio, il più curioso, il più trendy o tradizionale dai costumi dei paesi che visito. Ora sono in cucina, uno spazio stretto e lungo che ho attrezzato come un laboratorio, dove passo piacevolmente parte del tempo libero e riverso la mia creatività o sfogo la mia noia. Sto preparando il mio dessert speciale…….

di Lucia Sallustio

Udite, udite: “Quando avevo undici anni” é su Mondocult


NEWS

Nuovi Autori alla riscossa !!!

Mer – 14 Lug Scritto da Redazione Mondo Cult Mondo Cult vi segnala la prima uscita della nuova collana “UNDICIPAROLE” !!!

Dai punti di vista particolarmente interessanti degli undicenni di differenti generazioni, riaffiorano scorci di vita degli ultimi quattro decenni del secolo scorso e con la lettura si ritrova un’epoca di cambiamenti profondi, di mutamenti di valori, di contrasti sociali, che ha caratterizzato le esistenze di molti.

Racconti di Rosalia Messina, Maria Alberta Fiorino, Andrea Masotti, Trap, Giuseppe Pavich, Lucia Sallustio, Annamaria Trevale, Andrea Bonvicini, Ippolita Cassisa, Stefano Mascella, Alberto Caprara, Daniela Rindi, Giovanna Astori, Francesca Violi, Vanessa Banfi, Arianna Lattisi, Diego Di Dio.

Indirizzo booktrailer: http://www.youtube.com/watch?v=WiOjmvD6yQc

Indirizzo sito PerroneLAB: http://perronelab.it/node/463

Indirizzo per acquistare su IBS al 5% di sconto: http://www.ibs.it/code/9788863161588/zzz1k1456/quando-avevo-undici-anni.html

Tito Cauchi su “Il gioco dei quindici” in Pomezia-Notizie di luglio


Che soddisfazione ieri quando mi é arrivato il numero di luglio della rivista letteraria “Pomezia-Notizie” fondata nel 1973 e avente lo stimatissimo Domenico Defelice quale fondatore e Direttore Responsabile. Se cliccate sulle immagini delle pagine in scansione qui sotto lo schermo s’ingrandisce permettendone  la lettura, seppure non agevolissima. Belle parole per tutti noi e, soprattutto, il riconoscimento che l’antologia Il gioco dei quindici  “spiazza il lettore poiché si trova nel mezzo di una sorta di enigma costretto a un percorso a ritroso per verificare” ma “potrebbe paragonarsi a un grande romanzo, nel senso di unitario e complesso, scritto a 15 mani. Mi pare evidente la voglia di comunicare; le vicende si dispiegano man mano e nei flash temporali le voci transitano dai personaggi ai narratori.”

Grazie a Tito Cauchi che ci ha dedicato il suo tempo per la meticolosa lettura e a Domenico Defelice per avere dato spazio agli undiciparolieri che si sono cimentati nella sperimentazione di questo tipo di scrittura connettiva oltre che collettiva con risultati che ci stanno guadagnando buoni riconoscimenti.

Undiciparole: da forum a collana Giulio Perrone Editore, divisione LAB


Quando avevo undici anni” é il primo titolo della collana Undiciparole di Giulio Perrone Editore sezione LAB.  Una bella conquista per gli undiciparolieri che, ad oggi, sono oltre 200 e sempre provvidi di idee, animati da entusiasmo e buona volontà, moderatamente ma indiscussamente feroci nella lettura, editing e selezione delle sempre più numerose opere che partecipano alle varie antologie.  Mi piace avere dato il la a questa antologia rincorrendo un’immagine televisiva, protagonista una provocante e sensuale Gloria Paul degli anni ’70, gli anni della mia adolescenza. L’invito é stato accolto a piene mani e mai espressione fu più giusta trattandosi di scrittura di autori vari.  La Giuria, della quale io stessa ho fatto parte, ha selezionato 17 storie suddivise in quattro decenni così da coprire l’arco di un quarantennio che ha visto, da nord a sud isole comprese, un susseguirsi dinamico di trasformazioni politico-sociali e culturali che ben si riflettono nelle trame narrative e nei personaggi. La novità per molti di noi  é stata proposta dall’autore più giovane, unico testimone della sezione anni ’90:  Diego di Dio. Un entusiasmante book-trailer produzione di Salvatore Manzella di Mondocult che ripropone immagini simbolo e foto personali da noi stessi procurate nella solita atmsofera ludica e cooperativa che caratterizza il forum Undiciparole, attivo anche nelle ore più impensabili della giornata, week-end compresi.

La splendida copertina, decisa con la democratica forma del sondaggio che caratterizza il forum, é un’illustrazione gentilmente fornitaci da Tiziana d’Este. Grazie  ai co-autori, grazie a tutti i partecipanti, a Stefano Mascella, paziente Admin e ideatore di Undiciparole, alle gentili co-Admin Giovanna Astori e Vanesa Banfi, a Tiziana d’Este, Salvatore Manzella e soprattutto a Giulio perrone Editore per averci dato fiducia al punto da riservarci una collana.

Il titolo del mio racconto é : Una signorina perbene

Questo l’incipit:

Una signorina perbene

Che emozione, oggi, salire dopo tanto tempo i gradini di questa scalinata che conduce alla scuola media che io stessa ho frequentato.

Non mi piace indugiare sul solco nostalgico e possibilista della memoria, ci svolazzo leggera, per servirmene solo per quel che mi basta. Attingo, ogni tanto, quando mi va, quando il bisogno di riprendere come in un’istantanea alcuni momenti della mia vita si fa imperioso, un bisogno forte che mi urge dentro come quello di bere, di mangiare, di urlare, di sferrare un pugno, di amare.

Salgo le scale e sento un affanno leggero che non mi deriva da una mole accresciuta del mio corpo, non più undicenne, ma dal fremito di un’emozione forte che mi assale, alla sprovvista, in questo momento.

Risollevo la tracolla della borsa, per darmi un contegno, per fermarmi un momento prima di entrare. E mi rivedo sugli stessi gradini, con i libri tenuti da una cinghia elastica, stretti al cuore, immersa nei miei pensieri, quelli di allora. Mi rincresceva  che la scuola fosse così vicina a casa mia, perché lungo la strada prima di arrivarci, mi piaceva pensare, dialogare con me stessa o ripassare le lezioni se non m’era bastato il tempo al mattino.

Una bambina compita, ordinata nel suo abitino portato sul ginocchio, con quella testa di riccioli ribelli e crespi che non aveva ancora imparato a domare con il phon e che erano il tratto più evidente di un temperamento ribelle. Che sapevo che avrei speso la mia vita da adulta nella perenne ricerca di un equilibrio tra i più grossi conflitti dell’esistenza, tra i voglio e i devi.

Sì, con un piccolo sforzo, riesco anche a ricordare i pensieri che mi turbavano allora. Ero una signorina, più che una bambina. Così mi avevano chiamata mia madre e mia nonna, il giorno prima. Ora sei una signorina, devi fare attenzione a come ti comporti con la gente, a come ti vesti, a come cammini, a come parli. Come potevano essere cambiate così tante cose da un giorno all’altro? E perché nonna e mamma si erano scambiate un sorrisino? Che bisogno c’era di dirlo anche alla signora Tonia, la vicina di casa di mia nonna, o a mia zia. Sì, turbata e confusa erano le parole giuste. Non mi sentivo cambiata per niente dai giorni in cui leggevo le favole di Andersen, con le illustrazioni colorate della Sirenetta, della Piccola Fiammiferaia e le storie strappalacrime di orfanelli come Il piccolo Lord o le coraggiose Piccole donne crescono.

Mi mancavano, anche se erano passati solo pochi mesi dal tempo delle elementari e della mia insostituibile maestra.

“Buongiorno professoressa Ciannamea” salutavamo in coro la professoressa di italiano. Nessuna risposta a tanto entusiasmo. Lei, signorina ma per stato civile più che biologico, perché già prossima alla pensione, procedeva dritta senza nemmeno degnarci di uno sguardo. Annuiva soltanto, come per rimarcare che delle studentesse modello dovevano salutare a voce alta i loro professori. Il contrario non era atto dovuto. Aveva travolto le nostre vite di bambine, le nostre letture, i nostri temperamenti sognanti. Mi ritrovavo a leggere Calvino, ora, e non riuscivo a capire perché il barone si rifugiasse su di un albero e mi chiedevo se non ci fossero altri modi efficaci di mostrare al mondo il proprio disaccordo.

Dall’alto di quella scalinata, un po’ come il barone rampante, indugiavo qualche minuto, prima di annegare nel grigiore delle sale dell’edificio scolastico. Si aveva una vista del mondo che mi sarei chiusa fuori, una volta entrata. La vita restava fuori e la storia affollava di fantasmi quegli interni. Giù, per strada, sfilavano le studentesse delle magistrali, con i pullover a collo alto su gonne a pieghe. Si affrettavano le prime donne lavoratrici, le prime segretarie d’azienda. Lavorerò anch’io, come loro, pensavo e mi costruivo già un futuro di donna autonoma. Non avrei fatto la casalinga come mia madre, mia zia, la mia madrina, le nostre vicine.

tratto da “Una signorina perbene” di Lucia Sallustio

Puglia-libre: articolo su “Angulus Ridet” di Dirce Scarpello


Questo l’articolo di Puglia-libre sulla presentazione odierna del romanzo “Angulus Ridet” di dirce Scarpello:

Verrà presentato giovedì 1° luglio alle ore 19 presso la Società Ginnastica Angiulli in via Domenico Cotugno 10 a Bari il romanzo d’esordio di Dirce Scarpello, imprenditrice di Noicattaro ma nata a Brindisi e laureata in Giurisprudenza, dal titolo Angulus Ridet (LAB – Giulio Perrone Editore, pp. 240, euro 15). La presentazione sarà moderata dal giornalista della “Gazzetta del Mezzogiorno” Livio Costarella e interverrà la prof.ssa Lucia Sallustio che presenterà a sua volta una raccolta di racconti, Il gioco dei quindici, pubblicata dallo stesso editore romano. Il romanzo è peraltro di spiccata ambientazione pugliese: un tipico paesaggio collinare murgiano visto con l’occhio cittadino, quindi come rifugio. «Il luogo in cui si svolge la vicenda – ha scritto l’autrice del libro – è il luogo dell’infanzia di ognuno di noi».

Se ne volete sapere di più seguite questo link:

http://www.puglialibre.it/2010/06/angulus-ridet-di-dirce-scarpello/