Circolo Iplac- Mestre: 2° premio narrativa


Si può star male anche dalla gioia? Paradosso o ossimoro? Bene, a prescindere dalla figura retorica in questione, non c’è retorica nelle mie parole: venerdì sera ho aperto la pagina dell’Iplac e cliccando sull’edizione 2011 del premio Voci:

http://www.circoloiplac.com/home/?page_id=1341

ho avuto la bellissima sorpresa di leggere il mio nome. Il racconto premiato è “Nell’abbraccio del mare“, il cui personaggio principale, Franca, mi riempie di tenerezza ogni volta che leggo la sua storia. Il racconto ha avuto una lunga incubazione prima di essere sottoposto al vaglio di una Giuria letteraria, e, nemmeno a dirlo, non so quante stesure ho fatto di queste quattro pagine, tendendo ad asciugare progressivamente il mio stile, soprattutto perché molte emozioni non necessitano di troppe parole e se scarnificate risultano anche più evocative.

Sì, contenta, emozionata e non vedo l’ora di incontrare molti poeti e scrittori che ho già conosciuto in altre manifestazioni letterarie o solo in maniera virtuale su blog di autori e fora. Sabato 28 maggio la premiazione a Mestre e puntata immancabile a Venezia alla ricerca di nuove ispirazioni.

Un grazie agli amici del forum http://www.undiciparole.forumfree.net, in particolare a Vanessa Banfi, Stefano Mascella, Andrea Masotti e Annamaria Trevale che mi hanno aiutata a valorizzare il racconto con i loro opportuni suggerimenti.

Aprile: mese di recensioni per la collana “Undiciparole” di perroneLAB


Mese di recensioni per “Quando avevo undici anni” e “Capace di intendere e di volare“,  le prime due antologie della collana edita dalla perroneLAB.

Dopo Puglialibre, oggi  si parla di noi anche sul sito “Liberidiscrivere”. Se vi interessa leggere, seguite questo link:

http://liberidiscrivere.splinder.com/

Grazie a Diego Di Dio, uno degli undiciparolieri e co-autori, per essersi prodigato a fare conoscere i nostri racconti presso il sito e a Trap per avere fornito le antologie.

Recensione di Puglialibre a “Capace di intendere e di volare”-PerroneLAB


Oggi una gradita sorpresa sulla rivista on-line “Puglialibre”: la recensione all’antologia “Capace di intendere e di volare” edita da perroneLAB nel 2010.

Ve la riporto integralmente:

Prendendo spunto da una famosa espressione giudiziaria, Capace di intendere e di volare, edito da PerroneLab (pp. 120, euro 12) raccoglie diciannove racconti monotematici scritti da altrettanti abili autori che, in brevi narrazioni, rivelano emozionanti scorci di vita vissuta, momenti in cui oltrepassare un limite imposto equivale a scoprire il valore e il senso della vita. Questa raccolta di racconti rappresenta l’evoluzione tematica di una precedente pubblicazione, Quando avevo undici anni, edita sempre dalla stessa casa editrice, in cui si affronta la delicatissima fase della vita a cavallo tra l’infanzia e l’adolescenza. In Capace di intendere e di volare, invece, si delineano le dinamiche emotive e interpersonali tipiche del passaggio all’età adulta. I protagonisti di queste storie vivono situazioni complesse; dalle violenze fisiche ai traumi psicologici, dai fallimenti scolastici alle problematiche lavorative, dalle carenze affettive alle assenze di sostegno. Ma anche nella tragedia, nel dramma che attanaglia queste giovani esistenze, una via di salvezza è possibile. Un obiettivo al quale mirare, un appiglio sul quale fare presa, una meta sulla quale incanalare tutte le forze dell’anima e della coscienza. Emergere dalle sabbie mobili che li hanno intrappolati e tirati giù, nel fondo della sterile vita, diventa l’aspirazione principale di questi piccoli eroi. Al di là della sofferenza, però, si innalza dirompente la speranza, la fiducia nel futuro. Un domani più accogliente e caloroso dei grigi e gelidi tempi passati. Una concreta realizzazione della bramata illusione di salvezza che ha condito sogni e desideri covati nell’animo. Tra i racconti degni di nota, segnaliamo quelli delle scrittrici pugliesi Lucia Sallustio e Dirce Scarpello. Il racconto della Sallustio, dal titolo Tra lui e Nutella, affronta, nella cornice informatica tipica dei nostri tempi, una tematica affettiva molto profonda. La genitorialità mancata e sofferta, desiderata e colpevolizzante; mistura di lacrime versate e carezze mancate, sfoghi scagliati invano contro lo schermo di un computer che, inaspettatamente, si trasforma in dispensatore enigmatico di assenze affettive. La virtualità tecnologica, distante e fredda per antonomasia, si rivela collante e forza attraente di due personalità quasi in rotta di collisione. Bouquet floreale di Dirce Scarpello descrive, in una circostanza particolarmente tragica, un intenso dialogo interiore che la protagonista instaura con se stessa alla ricerca di una possibile, ma quanto mai distante, identificazione con la figura materna, donna premurosa e protettiva nel suo ligio dovere genitoriale. Anche in questo contesto, l’elemento drammatico si rivela chiave di volta di un rapporto virtuale sospeso, alla ricerca dell’inno alla vita così tanto desiderato.

Angelo Urbano

Questo il link:

http://www.puglialibre.it/2011/04/capace-di-intendere-e-di-volare-perronelab/

 

Parlando di donne e di ombre nelle loro vite: un racconto


Ho scritto questo mini-racconto per l’edizione “Ombra” del concorso mensile anonimo del forum:

http://www.undiciparole.forumfree.net

Per vostra informazione si tratta di un concorso mensile a tema con racconti brevissimi di non più di 2000 caratteri. Come dice il titolo stesso il racconto è postato in forma anonima, ovviamente basta solo registrarsi al forum, entro il giorno 11 di ogni mese per essere discusso, apprezzato, commentato fino al giorno 17 e alla proclamazione del vincitore che lancerà il tema per la successiva edizione.  Il tema di questo mese é “Vendetta”. Interessantissimo. Partecipate numerosi, non c’é nulla in palio ma i consigli di altri scrittori sono certamente il dono più prezioso per chi si cimenta con la scrittura e ha bisogno di un pubblico sincero e dal giudizio costruttivo pur in un lavoro di critica rigoroso e sempre corretto.

Buon lavoro e, spero, buona riflessione sulla lettura del mio racconto.

L’ombra scomparsa

Aveva fatto tardi.

“Ti aspetto?” le aveva chiesto Sara prima di andare. Una cortesia gradita.

Per strada, la brezza l’attraversò gelida. Si alzò il bavero e si strinse la sciarpa intorno al collo. S’irrigidì, quel gesto la turbava. Si sentì soffocare, come quando Carlo per poco non l’aveva strangolata. Si guardò intorno. Nessuno. A buon passo avrebbe raggiunto il Corso in pochi minuti. Da qualche giorno l’ombra non la seguiva, ma non si sentiva sicura. I tacchi rimbombavano. Meglio, avrebbero sentito che passava e poi il rumore le teneva compagnia, insieme all’eco del cuore impazzito. Non poteva continuare in quel modo, doveva denunciarlo. Ma l’avrebbero aiutata veramente? E poi, se fosse venuto a saperlo, allora sì che c’era da temere. Fanno presto gli altri a parlare di stalking, provino loro cosa significa sentirsi minacciata da un’ombra che si allunga e rimpicciolisce, appare e scompare e che quando non appare, proprio allora, ti fa ancora più paura. Potrebbe averti preceduta ed essere lì ad attenderti e giustiziarti.

Svoltò l’angolo, gli ultimi metri aveva corso e aveva la gola arsa. Il solito crampo le incendiò lo stomaco. Lungo il Corso le vetrine erano illuminate, ma i negozi chiusi. Doveva fare spesa per la cena, erano due giorni che faceva straordinari e ormai il frigo era sguarnito. Ma non era prudente fermarsi in pizzeria. A questo l’aveva ridotta l’uomo che si era scelto contro il volere di tutti. Dov’era, ora? Voleva terrorizzarla, illuderla che si fosse arreso, per poi ritornare a seguirla. Era quasi arrivata, finalmente. Un’ambulanza le scivolò stridula a fianco. Scorse un trambusto di gente all’angolo di casa.

Chi è? Povero diavolo, chissà perché l’ha fatto. Un disoccupato. Un marito tradito. Un pazzo.

La barella le tagliò la strada. Mentre gli calzavano la coperta, riconobbe il viso. Sobbalzò. Carlo. Era una maschera di sangue.

“È morto?” chiese a un uomo.

“Le credo, si è lanciato dal settimo piano!”

Tirò un sospiro profondo. Le cicatrici che quella storia lasciava bruciavano forte ora, forse non si sarebbero mai chiuse.  Di sicuro, però,  avrebbe ripreso a vivere.

di Lucia Sallustio

A forza di essere vento-l’ultima antologia della collana Undiciparole


Reading di “A forza di essere vento” a ROMA

18 Feb – Ore: 21.00

Ieri sera prima presentazione dell’ultima antologia della collana Undiciparole- LAB. Questa la locandina sul sito della Perrone editore

Serata dedicata a Fabrizio De André.

Letture dal quarto volume della collana Undiciparole, A forza di essere vento, antologia di racconti liberamente ispirati alle canzoni di De André.

Verranno presentati anche i romanzi Tutti vivemmo a stento di Alessio Dimartino e Scorze d’arancia di Giorgio De Donno.

Nell’antologia tra i 22 autori ci sono anch’io con il racconto “Figlio nel sangue, figlio nel cuore” liberamente ispirato a “Le tre madri” di Fabrizio de André e splendidamente illustrato, come tutti gli altri racconti, da Tiziana d’Este.

Altre informazioni e la prefazione a cura di Alberto Caprara sono sul seguente link:

http://perronelab.it/node/683

…è solo poesia- Antologia Autori Vari


Essenziale ma elegante la copertina dell’Antologia del premio “…è solo poesia” della GDS Edizioni. Raccoglie le opere selezionate in due volumi, uno di poesia e l’altro di narrativa. Quest’ultimo include il mio racconto “E ci siamo conquistati il Paradiso” e   “Pomeriggio inaspettato” della mia amica e lettrice affezionata di questo blog Stefania Mereu.

A parte il titolo un po’ roboante, lo ammetto, mi piacerebbe il mio racconto si sviluppasse in un romanzo sulla storia d’amore tra  Susana Walton e il prestigioso musicista inglese William Turner Walton.

Poesie d’amore per San Valentino


In attesa di San Valentino e per ironizzare un po’:wub:
apro il post con un acrostico al quale un amico del forum undiciparole ieri ha scherzosamente risposto rigorosaamente in rima in un simpatico duetto:
Amore a tempo

Avrei detto inebriata
Mentre eravamo insieme
Onnipotenti amanti
Resteremo uniti per sempre
E invece l’amore è a tempo
Anche il nostro, non è diverso.
Tenera ma decisa la tua voce
Esiste un solo amore per me
Mi hai giurato con un bacio
Poi hai dato uno sguardo al tuo
Orologio e te ne sei andato.

di Lucia Sallustio

Amore a tempo (bis)

Amore a tempo? ma che baggianata
mi par quello che dicon le tue rime!
Orben, se dura solo qualche annata
reale amor non è, non è sublime.

Ed è, del vero Amore, la durata
ancor più lunga di quella ch’esprime
tutta l’età futura e la passata.
e non ha fine mai, nè si deprime.

Ma certo non è facile trovare
parole che descrivan tale amore:
o lo si prova, oppur niente da fare!

Batte profondamente nel tuo cuore
il vero amor; e il Tempo fa scordare.
Sì: vero è sol l’Amor che mai non muore.

di Squinzitrash

Aspetto ora le vostre proposte per festeggiare insieme la più dolce ricorrenza dell’anno. Perché d’Amore c’è un gran bisogno . Questa é la mia proposta, questa volta seria e in prosa.

... Il blu della Felicia Amelloides, che ho piantato accanto alla roccia dove riposi, oggi è più intenso. È il blu dei tuoi occhi che m’inseguono sulle note di una musica senza tempo. Vita e Morte. Io e te. Io sola, in questo Eden a te perduto che cinquanta anni fa abbiamo strappato alla montagna rocciosa ricoperta di lecci e castagni. Vi abbiamo costruito il nostro nido d’amore. Mi tengono compagnia, ogni giorno, le tue sinfonie, note basse s’inerpicano piano come facevamo noi due, quando abbracciati salivamo lungo i viottoli che portavano alla nostra abitazione. Ogni ramificazione di questo prezioso giardino è frutto dei nostri baci, delle nostre carezze appassionate. Ridevo ancora ricordando la tua proposta audace, a Buenos Aires, la sera del nostro primo incontro…

dal racconto “E ci siamo conquistati il Paradiso” di Lucia Sallustio