TRANSUMANZA
Sverno
Dove l’ultimo spicchio di sole
Riscalda il mio vagare lento,
errando
per valli riesumate dal ricordo
dov’ero agnello dal morbido riccio
inconsapevole e felice d’andare.
Ho speso tante estati nella piana,
raggi feroci incendiavano il vello robusto,
incenerivano i ricordi,
ubriacavano gli occhi opachi.
E ora, questa transumanza,
m’offende il cuore, m’incatena.
Devo seguire il gregge,
anche se non è più lo stesso.
Da tempo ho perduto compagni,
li ho visti morire distratti,
anelando al greto mellifluo,
annegando nel ruscello violento,
alcuni sbranati dai lupi.
Li ho visti afferrare da mani rapaci,
li ho riconosciuti dai belati invocanti,
dall’odore acre dell’ arrosto.
Altri ho perduto di vista, ombre vaghe.
Poi si sono aggregati i nuovi di cuore,
sgambettavano ignari, felici
nell’aria pungente, prima del fuoco.
Hanno brucato anche loro l’erba avvelenata,
trovato ristoro nella fonte indigesta,
molti sono scomparsi nella grande vallata.
Segno il passo, imperterrito,
tra un vagito e un allegro belato,
facendo il pieno di soli e di lune,
col capo chino e il passo allineato.
Non andrò,
questa volta a svernare,
rimarrò qui, solo, ad aspettare
nuovi cuori a farmi compagnia,
freschi ruscelli a dissetare la mia sete antica,
tiepidi raggi a riscaldare
questa carcassa stanca d’andare.
di Lucia Sallustio
Poesia inserita nell’antolgia del Premio “Cose a Parole” II edizione -PerroneLAB