Mitica Virginia Woolf, mitica letteratura.

DIstrazione


Traduco da “Gita al faro” di Virginia Woolf No comment. Ricordo solo che ho tradotto alcuni anni fa per delle mie studentesse di V classe, per il pranzo dei 100 giorni. Poi ho aggiunto pensieri di K. Gibran. Chissà perché me ne rammento solo ora…

Poi si apriva la porta ed entravano loro, fresche come rose, lo sguardo intento, già sveglie, come se entrare nella sala da pranzo dopo colazione, cosa che facevano ogni santo giorno della loro vita, fosse un evento straordinario per loro e, così, per una cosa o per l’altra, si stupivano tutto il giorno fino a quando lei saliva nelle loro stanze ad augurare la buona notte e le trovava raggomitolate tra le lenzuola, come uccellini tra ciliegie e bacche, ancora ad inventarsi storie su qualche sciocchezzuola- qualcosa che avevano sentito, o che avevano raccolto in giardino. Avevano i loro piccoli tesori nascosti. E così se ne tornava giù e diceva al marito: “Ma perché devono crescere e perdere tutto ciò? Non saranno mai più così felici.” E lui si arrabbiava e ribatteva: “Perché guardi la vita da questa prospettiva così negativa? Non ha senso.
V. W.

I figli non sono nostri. Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di se stessa.
Vengono al mondo attraverso noi ma non da noi. E benché ci assomiglino non ci appartengono. Possiamo donare loro il nostro amore ma non i nostri pensieri.
Poiché hanno pensieri loro. Possiamo dare rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime. Giacché le loro anime albergano nella casa del domani, che noi non possiamo visitare neppure in sogno. Possiamo tentare d’essere come loro, ma non di renderli come noi stessi. Giacché la vita non indietreggia né s’attarda sul passato. Noi siamo gli archi dai quali i nostri figli, frecce viventi, sono scoccati per andare avanti. L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’Infinito, e vi tende con tutta la sua potenza affinché le sue frecce possano andare veloci e lontano. Sia gioioso il tuo tenderti nella mano dell’Arciere; poiché se ami il dardo sfrecciante, così ami l’arco che saldo rimane……”.

K.G.

Ispirata da Espiazione (Atonement) di McEwan


SPOSA DEL SILENZIO

Né voci, né echi di sirene
Precedono il coprifuoco,
la guerra lacera, dilania,
strappa anime e corpi,
stupra e ammonticchia
in piazze e nei sentieri sterposi
delle campagne affollate.
Smorfie allungate sfigurano
Volti dalle bocche afone.
Megafoni annunciano morte,
ciascuno ha la sua lingua
per chi ascolta con tremore.
Del clamore delle piazze,
del rumore delle cose,
del dolore urlato o soffocato,
del grido della puerpera,
del vagito di un neonato,
della nascita urlata che
riconferma la vita smorzata
sotto il fragore delle bombe,
nulla giunge a me.
Nella bolla di effimera levità
Ho creato un’oasi di silenzio,
un cuscinetto tampona il mondo
che guardo da qui dentro,
libera da ogni velleità.
Empatizzo col dolore,
immagino e cancello le parole,
ignoro proclami di guerra,
statistiche di morte e di feriti.
Non odo dichiarazioni di pace,
vivo le vite di chi osservo,
muto sentiero e pensiero,
soffro, piango e godo,
mi esimo dal giudizio.
Son poeta, sposa del silenzio.

di Lucia Sallustio

e questo è il passo del romanzo di McEwan che mi ha ispirato i versi sul silenzio assordante del poeta.

” Si scusa di non avere scritto nulla sulla guerra. Le invieremo una copia della nostra ultima pubblicazione, con un editoriale di estrema rilevanza sull’argomento.  Avrà modo di notare che noi non riteniamo in maniera assoluta che gli artisti debbano sentirsi obbligati ad affrontare il tema della guerra.  Al contrario,  sono estremamente nel giusto e mostrano saggezza nel momento in cui la ignorano dedicandosi ad altri argomenti. Dato che gli artisti sono impotenti sul piano politico, devono utilizzare il loro tempo a sviluppare la loro emotività a livelli sempre più introspettivi. Il suo lavoro, la sua guerra,  consiste nel coltivare il talento e andare nella direzione che esso stesso Le richiede.  La guerra, come Lei giustamente afferma, è nemica dell’attività creativa.”

(dal romanzo “Atonement” di  Ian McEwan, 2001- pag. 315- traduzione di Lucia Sallustio)

Verso il terzo compleanno da blogger


Il 10 novembre questo blog compirà 3 anni.  Oggi, 4 novembre, il contatore di WordPress dice:

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Vorrei tanto raggiungere le 20.00 visite entro quella data. Mi aiutate?

L.S.

Itaca, e il viaggio continua…


“Sempre devi avere in mente Itaca

raggiungerla sia il
pensiero costante”…
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne’ nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; piu’ profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta` egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.

Kostantin Kavafis

Tonino Guerra: “perché la gente vuole vivere altre vite”


Bellissima affermazione questa del grande poeta e sceneggiatore Tonino Guerra scomparso da qualche giorno.

Ascoltate questo video e troverete consigli semplici e utili, di una saggezza che solo la vita e l’esperienza riesce ad elaborare in maniera così spicciola da sembrare scontata. Eppure ascoltare le sue parole è un forte incoraggiamento a scrivere, a riscoprire vite e mondi tra le pagine di un libro, a riscrivere “la televisione” con sceneggiature più adeguate a suscitare emozioni vere e costruttive e non macabre e dannose.

http://www.youtube.com/watch?v=FIzY1cv0my4&feature=share