DI VERSO IN –VERSO
Dove andare a parare,
se ricominciare o solo
mescolare e frullare,
andare per ordine inverso
o procedere di traverso,
dall’alto verso il basso o
dal basso verso l’alto.
Rivedo, ritocco, aggiungo
Rigetto, m’infurio, distendo
Mi guardo allo specchio.
Un nervo per capello,
ecco, spaccherò il capello,
di lima m’attrezzo e,
tutto d’un pezzo,
rileggo il mio pezzo.
Non male, mi suona migliore,
ma in fondo il primo non era peggiore.
Era forse la foga, l’ansia da performance,
parole sferzanti per i benpensanti.
E ora che a furia di stare a guardare
S’è fatta l’aurora, mi posso sparare.
Di punta e di tacco, di lima e cesello
Il verso è scomposto, il senso disperso
Dell’estro iniziale rimane un ciarpame
Di sillabe mute ma ben abbinate,
parole tronfie di senno svuotate.
Ho troppo giocato, a lungo sfrondato
e ciò che rimane dell’ampio mantello
È un misero, buffo, minuscolo cappello.
di Lucia Sallustio