Commenti critici incoraggianti, perché per scrivere ci vuole anche coraggio.


Ogni tanto, anche una gioia. Questa volta grazie ad uno storico, poeta, scrittore, giornalista, docente di altissimo profilo: Marco Ignazio de Santis, orgoglio tutto molfettese.
Grazie, Marco Ignazio de Santis.

Cara Luciana,
nel mare magno della vita e degli impegni, finalmente sono riuscito a ritagliarmi un po’ di tempo per me e per te!
Ho letto con grande partecipazione il romanzo L’equilibrio imperfetto e l’ho trovato ben costruito e ben articolato, con i capitoli dal giusto respiro e i titoli sempre indovinati.
Nella storia d’amore di Rossella e Max hai saputo ben miscelare autobiografismo, buone letture, etnografia, appunti di viaggio, femminilità e flusso memoriale.
Ho trovato molto intenso e delicato specialmente l’ottavo capitolo, “Un dolore grande, grande”.
Un immenso, affettuoso abbraccio, amica mia!
Marco Ignazio de Santis

Mitica Virginia Woolf, mitica letteratura.

DIstrazione


Traduco da “Gita al faro” di Virginia Woolf No comment. Ricordo solo che ho tradotto alcuni anni fa per delle mie studentesse di V classe, per il pranzo dei 100 giorni. Poi ho aggiunto pensieri di K. Gibran. Chissà perché me ne rammento solo ora…

Poi si apriva la porta ed entravano loro, fresche come rose, lo sguardo intento, già sveglie, come se entrare nella sala da pranzo dopo colazione, cosa che facevano ogni santo giorno della loro vita, fosse un evento straordinario per loro e, così, per una cosa o per l’altra, si stupivano tutto il giorno fino a quando lei saliva nelle loro stanze ad augurare la buona notte e le trovava raggomitolate tra le lenzuola, come uccellini tra ciliegie e bacche, ancora ad inventarsi storie su qualche sciocchezzuola- qualcosa che avevano sentito, o che avevano raccolto in giardino. Avevano i loro piccoli tesori nascosti. E così se ne tornava giù e diceva al marito: “Ma perché devono crescere e perdere tutto ciò? Non saranno mai più così felici.” E lui si arrabbiava e ribatteva: “Perché guardi la vita da questa prospettiva così negativa? Non ha senso.
V. W.

I figli non sono nostri. Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di se stessa.
Vengono al mondo attraverso noi ma non da noi. E benché ci assomiglino non ci appartengono. Possiamo donare loro il nostro amore ma non i nostri pensieri.
Poiché hanno pensieri loro. Possiamo dare rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime. Giacché le loro anime albergano nella casa del domani, che noi non possiamo visitare neppure in sogno. Possiamo tentare d’essere come loro, ma non di renderli come noi stessi. Giacché la vita non indietreggia né s’attarda sul passato. Noi siamo gli archi dai quali i nostri figli, frecce viventi, sono scoccati per andare avanti. L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’Infinito, e vi tende con tutta la sua potenza affinché le sue frecce possano andare veloci e lontano. Sia gioioso il tuo tenderti nella mano dell’Arciere; poiché se ami il dardo sfrecciante, così ami l’arco che saldo rimane……”.

K.G.

Return carriage: poesia o prosa poetica?


Insomma così?

E…

…e attraverso ancora
stazioni fetide di vita
logorate da storie
raccontate sottovoce
su piattaforme abusate
in attesa di annunci
che stentano ad arrivare.

E… mi logora il tempo
mentre diramo pensieri
rotti da folate di sogno
attraversata dalla brezza
di un gelido vento
che non vuole cessare
all’incalzare delle stagioni.

All’alba, sospinge spavalda
la massa di studenti
che sfida il nuovo giorno.
A sera, un latrato lontano
sveglia i randagi in stazione.
Di rimando, abbaia feroce
il branco, difende il territorio.

Si stende greve il silenzio,
coperta di feltro stracciata
dal passo inquieto del rientro.
di Lucia Sallustio

 

o come proposto da Caterina Della Torre Dolls  nella sua rivista on line?

 

Stazioni della vita

 

A proposito, grazie Caterina per la scelta dell’emblematico titolo di presentazione: “Le stazioni della vita”.

 

Auguri 2014: a ciascuno il suo!


Mi piace salutare il 2014 pubblicando una pagina di un mio romanzo inedito, con l’augurio più bello che questo sia il suo anno.

  … Forse era stato il fascino del tatami o la magia delle notti madrilene che avviluppavano sotto un cielo scuro a mantello, o ancora la tristezza delle cançoas do fado a cui Max l’aveva pian piano introdotta. Oppure era stato tutto questo. C’era, di fatto, che Rossella era restata a Madrid. Non ci restò per soli tre o sei mesi, questa volta. Il signor Déseado le aveva  fatto firmare un regolare contratto di assunzione a tempo indeterminato mentre suo figlio, senza farle firmare nulla, l’aveva incatenata a un amore che rispondeva in pieno a tutti i clichè dell’amore romantico, con le piccole follie reciproche che ne intensificavano l’unicità.

   Si erano ripromessi di non vincolarsi con stupide catene amorose, si erano dichiarati moderni e ribelli, si erano giurati che nulla sarebbe cambiato nelle loro vite libere di un tempo, nulla che potesse ledere le loro ambizioni.

   Poi si erano cercati sempre più spesso, l’ossessione l’uno dell’altra nella mente e, ogni volta, finivano su quel tatami che aveva sconvolto le loro vite come uno tsunami.

   “Rimani qui con me, stanotte. Non ho voglia di restare solo” le aveva chiesto, infine, una sera di dicembre. Natale era alle porte, le illuminazioni della grande festa guadagnavano giorno dopo giorno nuovi quartieri, giravano i primi zampognari dei Pirenei a diffondere canti d’avventi e di pastori, e il freddo era giunto tagliente una mattina più grigia delle altre. Era il primo inverno a Madrid per Rossella, e un dolce sentimento nostalgico s’era insinuato nel suo cuore. Non ebbe alcuna esitazione. Non voleva restare nemmeno lei da sola nella stanza fredda e troppo squadrata della pensione dove soggiornava. Un lungo bacio, un preambolo a una notte d’amore dolce e appassionata, sostituì quel sì, quella sillaba che non fece in tempo a pronunciare. Era troppo felice. Era l’eroina dei suoi romanzi rosa e Max non era il pilota di quelle storie, ma era bello e sensuale e innamorato e imprevedibile proprio come uno di loro.

   “Te quiero” le disse. 

da romanzo inedito di Lucia Sallustio

“E ora” – youtube poesia


Ringrazio Stefano Airoldi, editor e scrittore, per avere avuto la pazienza di creare questo video youtube e Valeria Corsi, poetessa e scrittrice, per avere dato voce alle mie parole.
La poesia “E ora” è inserita con altre mie sette poesie nell’antologia “Otto poetesse per otto poesie”- Bertoni editore

Lucia Sallustio

 

http://www.youtube.com/watch?v=f_JEgr5wMf0

Premio Letterario “Donna”- Fasano 2013


Su questo link troverete le foto della serata e l’articolo di oggi.

 

http://www.gofasano.it/notizie/cultura-e-spettacolo/19200-premio-letterario-donna-2013-i-vincitori.html

La menzione di merito è per la mia poesia  Pugni sulla porta.

Questa la motivazione della Giuria:

 

Un’oscura, lenta, indomabile malattia si materializza nella durezza di una porta chiusa contro cui si infrangono i pugni stretti di un uomo, costretto alla resa, ai singhiozzi di un bambino, allo smarrimento della smemoratezza, al buio senza ritorno. Spiccano la qualità retorica dei versi, l’uso sapiente di antitesi, figure etimologiche e metafore, l’ambito semantico del dolore comunicato con lessico suadente.

 

 

Una micro-storia per Milò7


Milò7- micro storia 23 Lucia Sallustio

 

 

Giorni di sorprese letterarie. Questa è l’ultima di questa mattina: alle ore 7 la mia micro-storia era già pubblicata per la puntata 23 del romanzo collettivo Milò7.

Partecipate anche voi, un’avventura che vale la pena.  Dieci righe per 8oo caratteri (spazi inclusi, ahimé) su un tema settimanale lanciato dalla Redazione, la stessa del Goldenbookhotels che già mi ha lasciato bei ricordi con la pubblicazione e traduzione del mio racconto “La bisnonna francese”.

Antologia poetica Women@work


OTTO POETESSE PER OTTO POESIE

 

copertina 8 marzo 2013 definitiva-page-01

Antologia poetica

a cura di Costanza Bondi e Viviana Picchiarelli

8 poesie di 8 autrici dedicate all’8 marzo, in un percorso completamente fuori dalla norma, quindi non politico né rivendicativo di alcunché, quanto piuttosto teso all’esaltazione della donna, la quale, in questa antologia, declina al femminile la propria splendida condizione, partendo dalla specificità delle differenze di genere: Barbara Bracci, Bruna Reboldi, Costanza Bondi, Giulia Basile, Costanza Lindi, Manuela Morrone, Lucia Sallustio, Viviana Picchiarelli, con la straordinaria partecipazione poetica di Sante Coccetta.

Essere donna&femmina in poesia: questo lo spirito che ha animato tale delicata e intensa raccolta di poesie al femminile, scritte da autrici che condividono sia l’amore per la scrittura che la consapevolezza della necessità di riconoscere a esse stesse il ruolo che desiderano interpretare. Protagoniste della propria vita, dunque, libere di sceglierne la dimensione più consona alla propria natura: mogli, madri, amanti, amiche, figlie, compagne… Che sia nel particolare o nell’insieme: l’importante è avere l’opportunità di decidere, senza imposizioni, rispettando le proprie inclinazioni e le proprie aspirazioni. E questa libertà, purtroppo non ancora pienamente palesatasi nel quotidiano incedere, è, nelle pagine che con amorevole passione qui si offrono al lettore, pienamente espressa. Diversi, infatti, sono gli stili, l’uso della sintassi, la scelta delle parole, le immagini delineate, le sensazioni ricreate, tutte espressioni coscienti di una profondità e di una sensibilità letteraria che chiedono solo di potersi esprimere, senza freni, senza remore, senza sovrastrutture. Il risultato è un caleidoscopio di emozioni che toccano le corde dell’anima con quella sensibilità impetuosa di cui solo le donne sono capaci. E gli uomini, dal canto loro, lo sanno, avendo scritto nel corso della storia letteraria pagine e pagine memorabili sull’universo femminile, seppur imponendo spesso il proprio punto di vista in assoluto. Oggi, invece, scrivono di noi e per noi, in una prospettiva alquanto diversa. Con amore. Con desiderio. Con compenetrazione. E, soprattutto, con consapevolezza. Ecco perché abbiamo voluto confezionare questo nostro omaggio all’8 marzo – piuttosto fuori dagli schemi preconcetti – con i versi scritti da un uomo, che vi proponiamo in apertura e in chiusura dell’antologia: un dono sincero, pieno, struggente, regalato a noi donne, appunto in quanto tali.

 

 

Chi parla del Premio di Poesia “San Valentino d’Autore”


Ecco qui alcuni link ai magazine on-line che danno diffusione al Premio di Poesia San Valentino d’Autore.

Speriamo che siano in tanti a leggere e commentare le poesie in gara e, soprattutto, che l’intramontabile tema poetico dell’Amore” sia debitamente onorato.

L.S.

http://www.dols.it/2013/01/24/%E2%80%9Csan-valentino-d%E2%80%99autore%E2%80%9D/

http://donna.piazzagrande.info/GlamourTech/san-valentino-d-autore/2013/01/24