Verso il terzo compleanno da blogger


Il 10 novembre questo blog compirà 3 anni.  Oggi, 4 novembre, il contatore di WordPress dice:

19.898

visite totali

Vorrei tanto raggiungere le 20.00 visite entro quella data. Mi aiutate?

L.S.

Nostalgia di poesia con un pizzico di ironia


DI VERSO IN –VERSO

 

Dove andare a parare,

se ricominciare o solo

mescolare e frullare,

andare per ordine inverso

o procedere di traverso,

dall’alto verso il basso o

dal basso verso l’alto.

Rivedo, ritocco, aggiungo

Rigetto, m’infurio, distendo

Mi guardo allo specchio.

Un nervo per capello,

ecco, spaccherò il capello,

di lima m’attrezzo e,

tutto d’un pezzo,

rileggo il mio pezzo.

Non male, mi suona migliore,

ma in fondo il primo non era peggiore.

Era forse la foga, l’ansia da performance,

parole sferzanti per i benpensanti.

E ora che a furia di stare a guardare

S’è fatta l’aurora, mi posso sparare.

Di punta e di tacco, di lima e cesello

Il verso è scomposto, il senso disperso

Dell’estro iniziale rimane un ciarpame

Di sillabe mute ma ben abbinate,

parole tronfie di senno svuotate.

Ho troppo giocato, a lungo sfrondato

e ciò che rimane dell’ampio mantello

È un misero, buffo,  minuscolo cappello.

di Lucia Sallustio

Duelli di parole


Visto che oggi la giornata tutto intorno scorre pigra e silenziosa, dopo le luculliane ferragostane, intaso il silenzio con miei versi dedicati all’antica ossessione per le PAROLE e la linguistica con i suoi codici verbali e non, prossemica inclusa.

Affilate le lance, Vi preannuncio però che la poesia fa parte di una Silloge poetica che, fuochino fuocherello, ha avuto un ottimo riconoscimento a un Premio letterario.

Tornerò a breve, con un articolo più specifico.

DUELLI DI PAROLE

Incroci di sospette evanescenze

Opacità di parole a tratti trasparenza

S’avvolgono contorte e ingarbugliate

In note di balbuzie, in picchi di suoni.

Ritornano sconfitte, a volte solitarie

Lasciando le compagne in sentina

A scontare una pena imprevista

Presso un malevolo ricevente

Intermittenza captata come maldicenza

Antagonista e mai benevolenza.

Tornano eroiche o camuffate

Sfinite, opposte, manipolate

A tuffarsi nella fonte veritiera

Madre che le ha originate.

Tornano di loro solo vesti accennate

Svuotate d’ogni senso ed energia

Brandelli d’una schiera valorosa

Ridotta a risonanza polverosa.

Ripartono appena ritemprate

Abbinate ad altre e nuove parole

Più stringate o solo rafforzate

Dal ricordo del viaggio già trascorso

Memoria di un successo insospettato

o fallimento creduto immeritato.

Quanto son complicate le parole,

monche, tronche, mozziconi di sillabe

mescolate, briciole di frasi riciclate

echi di discorsi perduti nel paroliere

fermati con la forza sulla pagina

che le ha stracciate, rimbalzate,

con salto di funambolo, sul biancore

abbagliante di un quadro perseguitato

da un cursore che le fagocita e

le scaglia prepotente nel Caos

a tutto l’Universo preesistente.

Duelli galattici di parole mutanti.

Come evolve una lingua!


Stamattina mio figlio mi ha detto che mi ha taggata su vari link di amici. Ci sono stata un po’ a riflettere, poi aiutandomi con la derivazione inglese e con le immagini ho più o meno capito di cosa si trattasse. Ho ringraziato con un post sul quale scrivevo smack, smack.  Poco dopo ho ricevuto una mail che faceva riferimento all’approntamento di un roll e di un book-trailer. Circa quest’ultimo non mi sono sorpresa, tempo fa con gli amici del forum “undiciparole” ne abbiamo commissionato uno per una antologia collettiva. E il roll?  Qualcosa per cui pensare a male, per caso? Ho chiesto chiarimenti con una classica telefonata,  imbarazzata dalla mia ignoranza in questi nuovi strumenti promozionali e di accompagnamento del libro. E dato che mi entusiasmo all’innovazione, senza mai tralasciare la più rassicurante tradizione, mi sono detta che avrei fatto fare anch’io un roll per il mio libro fresco di stampa e presto disponibile in versione e-book e su tutte le librerie on-line.  Per fortuna conosco l’inglese!

La lista delle anglo-incursioni per oggi finisce qua, ma non la mia curiosità a tutto ciò che rende la lingua un organismo vivente in continua metamorfosi.