I will tell you
I will tell you of my silence
of my dimming horizons
of my sinking down black holes
Swallowed without resistance
Pleased to be brought
Indifferent to be abused
And of the time I fell surrendered
And nothing mattered in the world
Reduced as I was to a dissonant voice
Phlegmy cough of a Wayfarer
Joyous trill of a tricycle
embarrassed recall of a mother
Inaudible whispers of lovers.
I’ll tell you about my aphasia,
Longed for as a man to caress
of disconsolate apathy
of the ones watching me
of never attained coveted ataraxia.
I’ll tell you, then, that I’ve started,
but only a little and not long ago,
stuttering words again
hearing, with forgetful amazement,
warbling new lullabies
garbled speech babbling
of politics, money and love
which warn, make morbid, soothe
scars that do not want to disappear.
traduzione di Lucia Sallustio (testo originale “Ti parlerò di Lucia Sallustio)
Ti parlerò
Ti parlerò dei miei silenzi
Dell’oscurarsi dei miei orizzonti
Dell’affondare in buchi neri
Inghiottita senza resistenza
Compiaciuta d’essere portata
Indifferente ad essere maltrattata
E di quando cadevo arresa
E nulla m’importava del mondo
Ridotto a voce dissonante
Tosse catarrosa di un viandante
Trillo festoso di un triciclo
Richiamo imbarazzato d’una mamma
Sussurri impercettibili di amanti.
Ti parlerò dell’afasia desiderata
Come un uomo da accarezzare
Dell’apatia sconsolata
Per chi mi stava a guardare
Dell’atarassia agognata e mai raggiunta.
E ti dirò, poi, che ho cominciato,
ma solo un poco e da poche ore,
a balbettare di nuovo parole
a sentire con dimentico stupore
gorgheggiare ninna-nanne nuove
blaterare discorsi ingarbugliati
di politica, di soldi e d’ amore
ammonire, ammorbare, addolcire
cicatrici che non vogliono sparire.
Di Lucia Sallustio