ARCHITETTURE


ARCHITETTURE

E costruiamo ponti,

ingegnose architetture

All’apparenza solide,

per valicare ostacoli

raggiungere luoghi

destinazioni vere

o icone della mente,

dove incontrare gente.

C’illudiamo oggi

Di come eravamo

O di come saremo

Per giustificare

Quel che siamo

Quando a guardare

Il riflesso nello specchio

L’immagine non piace.

Siamo qui, con bassezze

E vanità, illusi e delusi,

forti e fragili, sinceri e falsi

soli e in compagnia,

ad incassare colpi

pensando già al rimedio,

unguento della vita

lacerata ad ogni strappo.

Ci consoliamo,  lucidi

Che saranno le architetture

Costruite nel cammino

A ricondurci salvi

Alla Meta ultima e prima.

inedito di Lucia Sallustio

Madrid


Il treno si fermò. Si trovò, inaspettatamente, all’interno di una modernissima stazione gremita di gente dinamica, indaffarata ed elegante. Le più giovani vestivano all’ultima moda, meglio delle italiane. Le stazioni delle grandi città italiane,  Roma o Milano. impallidivano al confronto, con il loro lerciume e l’odore di ferraglia e di grasso di frittura dei bar.

   L’idea che aveva della Spagna era quella dei libri di geografia e delle cartoline. Donne misteriose e brune avvolte in mantiglie di pizzo e preziosi ventagli dipinti a mano a schermarne il volto. Invece trovava una nazione moderna che si era allineata rapidamente ai paesi europei più emancipati. La Spagna si stava giocando le sue carte con aggressività e spirito di innovazione. Un’altra smentita alle sue certezze di ragazza. Ma dov’era vissuta finora? In un finto castello, di quelli di carta, bello, prezioso eppure effimero, destinato a crollare a un solo alito di vento.

dal romanzo  “L’equilibrio imperfetto” di Lucia SallustioEstación-de-Atocha