Settimana di San Valentino, d’obbligo parlare d’amore. Questi giorni posterò qualche poesia su questo blog, ne ho già postata una sul link del Manulae di Mari che vi riporto di seguito:
Great! Ve lo raccomando vivamente, splendide riflessioni d’amore, brevi e laconici messaggi, versi ispirati o dedicati. E’ un sito che frequento con entusiasmo da alcuni anni, che mi ha regalato irripetibili emozioni mentre muovevo i primi passi nella scrittura, che mi ha permesso di conoscere virtualmente e di persona, durante le premiazioni dei concorsi letterari, tanti amici con i quali si sono stabiliti contatti sinceri sulla base delle affinità elettive.
Se avete qualche verso nel cassetto o l’urgenza di tradurre emozioni in parole, questo é il sito per Voi.
Se avete voglia di lasciare qualche verso d’amore sul mio sito, siete i BENVENUTI. Potrete postarli come commento a questo articolo. Sarà una gioia e un onore!
Troverete anche queste poesie che ho inviato al Blog di Nicla Morletti.
LA’
Là,
dove il mare
Si perde all’orizzonte
In una linea vaga di mistero
E il mio cuore annaspa
E non si dà ragione
Di tanta confusione,
Tu ci sei,
Áncora al veliero incerto.
Là,
dove la terra
Trema intorno a me
E vacilla il mio pensiero
E frana sì da lasciarsi andare
Alla spira dell’uragano
Che non lo fa volare,
Tu ci sei,
Navicella nella turbolenza
Là,
nell’altrove indefinito
Che ci fa tremare, quaggiù
E ossessiona i nostri giorni
Felici nell’estasi d’amore,
Tu ci sarai
e attraverseremo, insieme,
le valli dell’oblio,
Io e Te,
attori di un Amore In-finito.
di Lucia Sallustio
Poesia tratta dalla Silloge di poesie “E ti torce, l’Amore”
SE
Se,
Mi guarderai negli occhi
E non riconoscerai
La ragazza d’un tempo,
Se,
mi stringerai la mano
E sentirai solchi sulla pelle
Ruvida al contatto e resistente,
Se,
mi accarezzerai
E incontrerai una lacrima
A distillare il dolore del Tempo
Se,
un mattino,
la mia voce si farà silenzio
E i miei passi danza strisciante,
Non dirmi,
Amore,
che ti ho tradito
Per abbracciare la Morte.
di Lucia Sallustio
pubblicata nell’Antologia “Dal Manoscritto al Libro” II edizione A.A.V.V.- settembre 2009 PerroneLab
e nella Rivista letteraria mensile POMEZIA-NOTIZIE -marzo 2009– pag.11- Direttore responsabile Domenico Defelice
NON TI SEPPELLIRÒ
Non ti seppellirò
mio sogno
nel fango
delle ipotesi
concrete
combatterò
per liberarti
nella città
di luci
ti porterò
in un ristorante
dove il pane
è morbido
e il colore
della speranza
è servito
su un piatto
di fagioli novelli
all’olio
e cipolla
con l’argenteria
del cuore
e ostriche
d’amore.
di Daniela Quieti
Dalla silloge “Graffi obliqui” – Premio “Scrivere donna” 2009
LA MIA PORTA
Ritorna il tuo volto serico
soffuso di alterezza logaritmica
lacci infallibili di miele sintetico
Kore fuggevole
corpo alato agglomerato dall’etanolo
in movenze soavi nel suono dell’arpa
o inerte
gola arida di dolci parole
occhi di orizzonte non mai socchiusi
mani appendici di cristallo
che non abbracciano
sei la mia porta
che non ho mai oltrepassato
né mai socchiuso
Porta dell’Ade
se non col mio corpo inutile
solo da morto ho oltrepassato
come un fiore arcano
mal sopporta il duro insetto iridescente
chiusi i tuoi petali ti sei volta al sole
che ti fugge, stella di neve
come la luce fugge l’Ade
hai atteso invano ogni colore
per poco hai cercato
ogni calore.
di Andrea Masotti
da ” Tra un fiore colto e l’altro donato ” Aletti Ed.
VADO AVANTI
Vado avanti
improvvisando passi di danza:
al tuo volto, sulle punte;
alle mie rughe, sui tacchi;
ai miei sogni, sulle ginocchia;
ai tuoi, sul velo del respiro.
di Mario Prontera
da “Estate 2005 e dintorni: sproloqui notturni in cerca di audizione e comunque, fatalmente, alle stelle!…”– Carra Editrice- dicembre 2007
M’offro al tuo sguardo
e non frappongo schermi.
Nudo anche il cuore.
Batte il mio tempo,
amore ritornato,
la tua clessidra.
di Rosalia Messina
“Sto facenno ‘na rezza de vase”
(A MonTotò, che non poteva dormire)
Duorme …
Sto facenno ‘na rezza de vase
attuorno a chist’uocchie
ca sempe cchiù trìcano, ‘a notte,
‘afferrà’ suonno. Dint’ ‘u scuro
se move ‘acucèlla c”a mano
‘i pacienza jincùta. E ‘nse sente
‘nu suono, ‘int”u scuro, si ‘Ammore
arrepèzza dduje uocchie scusùte.
Traduzione
Dormi …
Sto tessendo una rete di baci
attorno ai tuoi occhi
che sempre più tardano, di notte,
ad afferrare (il) sonno. Nel buio
si muove l’ agucèlla, con mano
di pazienza riempita. E non si sente
alcun suono, nel buio, se l’Amore
rammenda due occhi scuciti.
di Mariella Tafuto
N.d.A.
‘Acucèlla (in italiano l’ agucella) è un attrezzo usato dai pescatori per rammendare o armare le reti.
‘Afferrà suonno’ significa addormentarsi.
Ti amo perché Mi ami perché
ti amo
perché
sei entrato
nella mia vita
cosi’
come se sapessi
che solo con te
ero completa
come se sapessi
che da sempre
ti aspettavo
mi ami
perché
son entrata
nella tua vita
cosi’
come se sapessi
che solo con me
eri completo
come se sapessi
che da sempre
mi aspettavi
di Frieda Leemans
Stamattina,un attimo d’ intimità
Stamattina dopo la doccia,
la pelle ancora piena di gocce
luccicanti come piccole
perle cristalline,
mi hai sorriso e
teneramente
mi hai baciato
un capezzolo.
Ti ho chiesto se l’altro
non ti piacesse.
Mi hai sorriso e
teneramente
mi hai baciato
anche l’altro.
di Frieda Leemans
di vita e morte -carpe diem-
anch’ io
un giorno
sarò morta
mi chiami
e non ti sento
mi mancano
i rumori familiari
gli odori
-il primo caffè-
-i tuoi passi veloci-
oggi
non faccio la doccia
e rimarrà spento il PC
-chi ti farà da mangiare?-
stanotte
sarò qui
sulla pietra
fredda
e tu
-chi ti sorriderà?-
sarai
solo
nel letto
ormai troppo grande
un’ ultima volta
mi sarai vicino
-mi parli sottovoce
e non ti sento-
-mai più-
potrò dirti
quanto ti voglio bene
di Frieda Leemans
Rabbia
Or trascendi imperturbabile
la volontà,
accecandomi l’anima.
Traspare da te
quel velo invadente
di bugiarda forza.
Mi muovi al tocco
del volere tuo ingovernato.
Così, inalbero lo sguardo
raggelandolo,
e inaridendomi il cuore.
Vuoi
che nel bicchiere di vendetta
io mi disseti,
mai che mi nutra del rimorso.
No,
non berrò
da quell’amaro calice!
Ti ho già sopita
ormai,
ma dall’intimo.
Con la mia forza poi
ti ho scacciato
finalmente.
Armata
ho la mano mia e d’una sola cosa:
del perdono che ho profuso
a pentimento che ho percepito.
di Stefania Mereu
molto bella questa poesia, versi intensi e limpidi, non una parola sprecata
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Grazie all’amica Daniela Quieti per avermi autorizzata a pubblicare la sua poesia su questo sito e tanti auguri per il meritatissimo Premio “Scrivere donna” bandito dalla casa editrice Tracce di Pescara.
Con affetto
Luciana
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LA MIA PORTA
Ritorna il tuo volto serico
soffuso di alterezza logaritmica
lacci infallibili di miele sintetico
Kore fuggevole
corpo alato agglomerato dall’etanolo
in movenze soavi nel suono dell’arpa
o inerte
gola arida di dolci parole
occhi di orizzonte non mai socchiusi
mani appendici di cristallo
che non abbracciano
sei la mia porta
che non ho mai oltrepassato
né mai socchiuso
Porta dell’Ade
se non col mio corpo inutile
solo da morto ho oltrepassato
come un fiore arcano
mal sopporta il duro insetto iridescente
chiusi i tuoi petali ti sei volta al sole
che ti fugge, stella di neve
come la luce fugge l’Ade
hai atteso invano ogni colore
per poco hai cercato
ogni calore.
da ” Tra un fiore colto e l’altro donato ” Aletti Ed.
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Grazie Andrea per avere abbellito il mio spazio con i tuoi versi, mescolanza perfetta di echi classici con motivi decadenti, bilanciamento perfetto tra disperazione e rassegnazione come ben evidenziato nello stesso titolo della Silloge.
Luciana
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Ciao, Lucia! Complimenti per questo tuo spazio e per la nomination, e, come si dice, ad maiora!
Posto due haiku con un messaggio successivo.
Rosalia Messina
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M’offro al tuo sguardo
e non frappongo schermi.
Nudo anche il cuore.
Batte il mio tempo,
amore ritornato,
la tua clessidra.
Rosalia Messina
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Ciao Luciana,
questa poesia è un dono per te ed è anche il mio modo di ringraziarti.
Si intitola “Sto facenno ‘na rezza de vase” e tu una volta l’hai tradotta in inglese.
Un abbraccio,
Mariella Tafuto
(A MonTotò, che non poteva dormire)
Duorme …
Sto facenno ‘na rezza de vase
attuorno a chist’uocchie
ca sempe cchiù trìcano, ‘a notte,
‘afferrà’ suonno. Dint’ ‘u scuro
se move ‘acucèlla c”a mano
‘i pacienza jincùta. E ‘nse sente
‘nu suono, ‘int”u scuro, si ‘Ammore
arrepèzza dduje uocchie scusùte.
Traduzione
Dormi …
Sto tessendo una rete di baci
attorno ai tuoi occhi
che sempre più tardano, di notte,
ad afferrare (il) sonno. Nel buio
si muove l’ agucèlla, con mano
di pazienza riempita. E non si sente
alcun suono, nel buio, se l’Amore
rammenda due occhi scuciti.
N.d.A.
‘Acucèlla (in italiano l’ agucella) è un attrezzo usato dai pescatori per rammendare o armare le reti.
‘Afferrà suonno’ significa addormentarsi.
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Ciao Luciana…ti mando tre poesie perché la scelta era troppo difficile.Un caro saluto dal Belgio della tua amica fiamminga.Frieda
Ti amo perché Mi ami perché
ti amo
perché
sei entrato
nella mia vita
cosi’
come se sapessi
che solo con te
ero completa
come se sapessi
che da sempre
ti aspettavo
mi ami
perché
son entrata
nella tua vita
cosi’
come se sapessi
che solo con me
eri completo
come se sapessi
che da sempre
mi aspettavi
(le due parte della poesia devono essere scritte come in uno specchio…ma qui non ci riesco)
Stamattina,un attimo d’ intimità
Stamattina dopo la doccia,
la pelle ancora piena di gocce
luccicanti come piccole
perle cristalline,
mi hai sorriso e
teneramente
mi hai baciato
un capezzolo.
Ti ho chiesto se l’altro
non ti piacesse.
Mi hai sorriso e
teneramente
mi hai baciato
anche l’altro.
di vita e morte -carpe diem-
anch’ io
un giorno
sarò morta
mi chiami
e non ti sento
mi mancano
i rumori familiari
gli odori
-il primo caffè-
-i tuoi passi veloci-
oggi
non faccio la doccia
e rimarrà spento il PC
-chi ti farà da mangiare?-
stanotte
sarò qui
sulla pietra
fredda
e tu
-chi ti sorriderà?-
sarai
solo
nel letto
ormai troppo grande
un’ ultima volta
mi sarai vicino
-mi parli sottovoce
e non ti sento-
-mai più-
potrò dirti
quanto ti voglio bene
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Che bell’angolo illuminato. Non è una luce che filtra è un raggio vero e proprio che anche nei suoi giochi d’ombre esprime l’animo che ama. Complimenti a tutti e grazie a Lu e a voi per aver illuminato la mia giornata… Mancavo da un po’ alla visita del tuo blog, cara Lu e me ne dispiaccio profondamente. Spero non me ne vorrai e dopo la rabbia (emozione umana che esiste e resiste facendo capolino ogni tanto in ognuno di noi). Se posso permettermi posto questi altri versi. Parlano di un amore finito… (non il mio per fortuna che sopravvive e sta per compiere vent’anni). La posto perchè è ancora febbraio, mese dell’amore e comunque è dedicata a uno dei suoi volti… Grazie Lu e… SEMPRI MANNA!:-)
Fili di ghiaccio
Quel gelo m’incorona
regina dell’attesa.
Stretta al mio cappotto di lana
anche la sciarpa a poco serve.
Invano, amor mio, t’attendo
e ad ogni rintocco
il campanile me lo svela,
il crepuscolo
impietoso poi
me lo grida.
Solo per un attimo
fugace scompare
anche la speranza,
così, come è nata
muore dentro con me,
dal profondo.
Ora so che non verrai più
e nell’animo è già un urlo
che implacabile disarma.
Non mi scalderai l’anima
d’amor voluto,
desiderato, sognato.
Non vibreranno più corpo e sensi.
Sì, l’ho capito.
Mentre fili di ghiaccio
diventano le mie lacrime.
Stefania Mereu
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