Su “Inter-city”


La silloge poetica Inter-city di Lucia Sallustio ruota chiaramente intorno al tema del viaggio, amplificato dal flusso dei pensieri del viaggiatore stesso, storico ed universale; contemporaneamente altri passeggeri animano le stazioni come comparse intorno al protagonista di un film.

L’autrice ha la capacità di raccontare lucidamente e quasi con ordine, il suo trasporto fisico e metafisico verso i luoghi  dell’in fieri bidimensionale, quello che è  e quello che vorrebbe che fosse.

Il lettore viaggia volentieri insieme a chi scrive, proprio come si ha voglia di ascoltare uno sconosciuto che durante il viaggio si rivela un piacevole accompagnatore.

Certamente Inter-city non è solo il frutto di un’esperienza “necessaria” ma anche il risultato di un lavoro professionale che appartiene a chi di scrittura vive.

La raccolta è, infatti, ricca, ma varia nello stile; la lettura da istantanea si fa analitica, da universale, intima.

Aleggia tra queste pagine l’eleganza della donna moderna che ha imparato ad alleviare con l’ironia il sacrificio, a deporre l’armatura quando è ora di tenerezza.

Leggendo si ha il privilegio di entrare nel mondo-cantiere di una donna equilibrata e volitiva, che vive il presente progettando il futuro, pronta a pagare il prezzo dell’indispensabile metamorfosi che la rende unica.

Stefania Poveromo

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